Danimarca, Bjarne Riis dice addio al mondo del ciclismo: “È un capitolo chiuso”
Dopo 40 anni vissuti prima come corridore e poi come manager, Bjarne Riis abbandona il mondo del ciclismo. Vincitore del Tour de France 1996 e, dopo il ritiro nel 1999, manager di squadre quali CSC, Saxo Bank (delle quali fu anche proprietario), Tinkoff e NTT, il 59enne danese ha infatti annunciato l’addio allo sport per lanciarsi nel mondo imprenditoriale. L’ex corridore, che qualche anno fa aveva ammesso l’utilizzo di doping nel corso della carriera, ha recentemente co-fondato la società Riis Energy, che vende pompe di calore importate dalla Lituania, ed è diventato membro del consiglio di amministrazione di Nørtec, una società che vende elettrodomestici e stazioni di ricarica per veicoli elettrici.
“Negli ultimi anni in Svizzera, ho pensato molto a cosa avrei dovuto fare da ora in avanti, e in questo processo sono giunto alla conclusione che il ciclismo, dove sono stato, è un capitolo chiuso – ha dichiarato Riis in un’intervista a Børsen – Penso di voler fare qualcos’altro”.
Il classe 1964 ha comunque ammesso di guardare ancora le corse di ciclismo: “Continuo a seguirlo – probabilmente un po’ troppo, se chiedete a mia moglie – e se guardate alla Jumbo-Visma hanno davvero tanto talento. Naturalmente hanno anche un budget elevato, ma nulla è lasciato al caso e fanno tutto il possibile per inseguire i marginal gains che possono dare loro un vantaggio competitivo. In termini di comunicazione, penso che potrebbero fare meglio, ma in tutte le altre aree sono molto più avanti rispetto agli altri. Allora perché le altre squadre non fanno di più per raggiungerli? Non riesco a capirlo. Se sei il secondo migliore e vuoi battere il migliore, devi essere innovativo e creativo, essere più intelligente o allenarti più duramente, e vedo che non lo fanno”.
Il danese ha anche parlato del proprio passato, inevitabilmente legato alla questione doping: “Non mi sono mai nascosto e negli anni ho sempre resistito alle botte. Ho riconosciuto i miei errori e sono andato avanti, ma solo perché ho fatto qualcosa di sbagliato una volta non significa che sono una persona cattiva. Posso ancora essere un buon leader e posso ancora ispirare le persone. Ringrazio semplicemente me stesso per essere una persona forte e per avere una buona famiglia alle mie spalle. Certo, ho avuto le mie crisi. Se non fossi stato forte, probabilmente avrei avuto una vita leggermente diversa. Prendete Jan Ullrich“.
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